sabato 19 luglio 2014

Non è vero ma ci credo

Su un tratto di costa del Gargano, a picco sul mare, si snoda una strada stretta che fiancheggia una lunga serie di vecchie case a schiera dalle quali occhieggiano finestre e balconcini incorniciati da caschi di peperoncini rossi e vasi di basilico.
Al piano terra di una di queste case, si può notare la costante presenza di un'anziana donna seduta su una sedia impagliata. Il suo viso ha un' espressione bonaria e le sue mani sono sempre all'opera: a pulire cicoriette, a sbaccellare i piselli, a confezionare trecce d'aglio o fare centrini con l'uncinetto e per la verità, nonostante le sue dita siano grosse e ruvide, i suoi lavoretti sono dei veri gioielli di cotone.
 
Ma mentre le mani lavorano i suoi occhi controllano la strada. Nulla e nessuno le sfugge e, se ne ha voglia, ti fa la cronaca di tutto quello che accade in quel tratto di strada . Ma la pacifica signora,della quale non dico il nome nè quello del paese per la legge della privacy, è nota  tra i suoi compaesani perchè ha, chiamiamolo così, un potere: allontana le trombe d'aria.


Quando le viene chiesto come fa, lei non si scompone e dice che quando vede che l'aria che si "arruviglia", lei dalla sua postazione, si fa il segno della croce, dice delle" Ave Maria " e "Gloria Padre" e con un gesto della mano l'allontana dal paese. Racconta ciò con un sorriso modesto, per lei, allontanare le trombe d'aria, con un semplice gesto della mano, è una cosa normale, come allontanare le mosche.

Ma quello che ai forestieri non dice, ma che i suoi paesani sanno, è che tra le varie Ave Maria e Gloria Padre sono inserite anche frasi rituali in stretto dialetto locale, note solo a lei.

Non è vero ma ci credo, fatto sta che alcuni abitanti del paese sono pronti a giurare che la brava donna, più di una volta,  ha allontanato le trombe d'aria che dall'orizzonte marino si dirigevano verso la costa e il paese. Pare che la donna garganica che ha il potere di allontanare le trombe d'aria, abbia delle colleghe, una di esse vive in Sicilia.

Ciao, al prossimo racconto.


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