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| Zeus trasforma Licaone in un lupo (Hendrik Goltzius, 1589) |
Il cuore del Peloponneso si chiama Arcadia ed è una regione montagnosa della Grecia che, a giustificazione del nome, conserva caratteristiche di sapore arcaico, sia nella economia, pastorale e transumante, sia nei costumi dei suoi abitanti che mantengono molti elementi dell'antichità come ad esempio il ballo Tsakonikos
che rappresenta l'uscita di Teseo dal Labirinto.
Nella strada principale che esce a sud-ovest da Megalopoli in direzione di Kalamata vi è una deviazione a destra che porta, dopo aver attraversato un bosco di querce, al paese di Apiditsa dove la strada si dirama.
La strada a destra porta alle rovine di Lykosoura. Secondo Pausania, storico e geografo greco, Lykosoura era molto antica ed era la città sacra dei re dell'Arcadia dove venivano adorati Dei antichissimi. Qui sono state portate alla luce le rovine del santuario di "Despina", un'antichissima divinità dell'oltretomba adorata in Arcadia.
Ma il vero nome di Despina non si sa, perchè ancora nel II secolo d.C., ai tempi di Pausania, i fedeli avevano timore di rivelarlo ai profani.
Dalle rovine la strada continua verso nord e dopo un breve tragitto arriva all'odierno paese di Lykosoura. Proseguendo ancora verso nord la strada passa per Lykeo, un pittoresco paese con una ricca fonte al centro del paese, e finisce più in alto nel paese di Ano Karyes di una bellezza indescrivibile: dentro e fuori del paese scorrono acque abbondanti e intorno vi sono prati , fiori e castagni.
Da Ano Karyes partono gli scalatori per la salita sul monte Lykeo che si trova a 1.421 metri di altitudine. All'altezza di 1.200 si apre un piccolo altipiano dove sono state trovate le rovine del tempio del dio Pan, il dio dei pastori arcadi. Un pò più in alto si conserva la base di una colonna. Lì nell'antichità si trovavano due colonne decorate con aquile dorate, alla base di una collinetta di terra che era l'ara dedicata a Zeus.
Sulla cima della collinetta gli antichi facevano i sacrifici, e addirittura, si dice, che facessero sacrifici umani. Così testimoniarono Platone e più di cinquecento anni più tardi, Pausania che sul monte era salito,scrivendo poi che" su questo altare essi sacrificavano in segreto a Zeus Lykaios". Da scavi effettuati da una missione greco-americana a partire dal 2006, i pochi reperti trovati fanno pensare
che il santuario del monte Lykeion era un luogo di venerazione già molti secoli prima di quanto si credeva ed era dedicato ad una Divinità dal nome sconosciuto venerata prima di Zeus.
Quando nel II sec. d.C. Pausania visitò il santuario, la memoria delle sue antichissime radici, gli avevano conferito quell'atmosfera di mistero che lo stesso Pausania aveva colto e poi descrtto" nessun uomo poteva mettere piede all'interno del sacro recinto,pena la morte, che sarebbe avvenuta entro l'anno". E inoltre
annota "all'interno del santuario nessun animale, nè essere umano, getta ombra". Come dire che chi entrava nel recinto sacro era destinato a diventare un fantasma. Ai tempi del misterioso santuario era re dell'Arcadia Licaone, uomo molto prolifico,pare avesse 50 figli, con una personalità ambigua: un re giusto e generoso da un lato,mentre dall'altro infrangeva le sacre regole dll'ospitalità uccidendo i commensali che invitava al suo tavolo.
Una versione molto nota del mito di Licaone, riportata da Pausania, vuole che il re avendo invitato a pranzo alcuni forestieri gli venne il sospetto che uno di loro fosse un dio. Per smascherarlo fece servire della carne umana mista ad altre carni di animali. Ma l'ospite divino in incognito era Zeus che aveva voluto constatare di persona la malvagità del re. Zeus infuriato scagliò il suo terribile fulmine che incendiò la reggia, maledì Licaone e lo trasformò in lupo. Anche Ovidio nelle "Metemorfosi" racconta il mito di Licaone.
Si voleva con queste storie mitiche dare ammonimenti agli antopofagi arcadi a lasciare i vecchi riti cruenti. Infatti Platone riporta che ogni otto anni si riuniva sul monte Lykaion una setta per celebrare sacrifici in onore di Zeus Lykaios. Durante questi riti si mescolava un singolo pezzo di interiora umane a interiora di animali e poi si distribuiva il tutto ai presenti: chi avesse mangiato il pezzo di carne umana si sarebbe trasformato in lupo e avrebbe potuto recuperrare la propria forma umana solo se non ne avesse più mangiata fino alla conclusione del successivo ciclo di otto anni.
Dal mito di Licaone nasce la credenza popolare, molto diffusa in tutti i Paesi, del Licantropo, l'uomo lupo o lupo mannaro..
Il Peloponneso è la Grecia dei miti, quella che ci ha raccontato Omero. Io ci sono stata e posso confermarne la magica atmosfera.
Spero di avervi incuriosito e, chissa', ispirato per le vostre prossime vacanze.
Ciao, a presto.

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